con Roberto De Sarno | Pietro Piva | Roberto Scappin | Antonella Spina| Paola Vannoni
drammaturgia quotidianacom
progetto scenico Roberto Scappin
Produzionequotidianacom |Kronoteatro|Armunia Festival Inequilibrio
con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Kilowatt Festival, Santarcangelo dei Teatri |Residenze artistiche, PIMOff |Progetto residenze, Cantiere Moline (Emilia Romagna Teatro, ATER)
grazie a Teatri di Vita, Bologna
È davvero necessaria la religione per disegnare l’etica dell’essere umano?
O è forse più pura l’etica del laico, disinteressata, che non si aspetta né la ricompensa del paradiso né la punizione dell’inferno?
Scienza e Religione saranno resi carne da cinque figure che si fronteggerenno sulle ossa della storia. Come una lotta per la sopravvivenza cercheranno di affermare la superiorità e la veridicità delle proprie posizioni.
La raffigurazione dei cinque interpreti è affidata all’immagine dei putti.
I putti sono corpi, ma anche anticorpi, il corpo infantilmente maturo di questi putti è conficcato nel candore e la loro serietà è recitata. Il putto è curioso, bugiardo, fa domande, dubita e dorme troppo. Il putto fa il solletico, strilla, corre, fa scherzi, salta, scivola, dà sculacciate, si arrampica, imita qualcuno, prende in braccio, parla con qualcuno sottovoce.
Nel gioco scenico del gruppo di amorini è costante l’impertinenza, l’irriverenza, lo sberleffo.
Questo gruppo corale si contrappone a se stesso nel sostenere l’una o l’altra teoria, dispiegando atteggiamenti, punti di vista, emozioni.Quasi una sorta di prefigurazione del pubblico, un ideale gruppo di spettatori inclusi nel duello verbale che si schiererà a favore dell’una o dell’altra teoria. Alla maniera di un coro greco o di un odierno talk show.
Forse qualcuno terrà conto dei punti, della vittoria o della sconfitta in uno o più round, forse qualcuno sarà spesso sull’orlo del palese fallimento e del ridicolo, senza però arrendersi all’altro.
Ma ci sono risposte che né la scienza né la religione potranno dare.
Così sul campo non ci saranno né vincitori né vinti, solo cinque putti sgomenti dal mistero che li abita.
13 miliardi e 700 milioni di anni fa l’universo era una “zuppa” di particelle elementari da cui si è generato tutto ciò che oggi lo abita e ci abita.
Il progetto vuole riflettere sulla coesistenza nel terzo millennio di scienza e religione, laddove la scienza riesce oggi a spiegare molti di quei fenomeni che un tempo erano attribuiti all’operato delle divinità. Il progresso della scienza altera continuamente il concetto di fede, nonostante le radici di ogni religione rimangano fermamente ancorate alle proprie origini.
La scienza procede per esperimenti e osservazioni, la religione ci lascia stupefatti di fronte alla complessità della vita, e la risposta più semplice è pensare a un essere superiore che ha creato il tutto. Scienza e religione operano su piani completamente diversi, spesso si scontrano, anche violentemente, senza trovare mai una zona di contatto.