di e con Roberto Scappin, Paola Vannoni
produzione quotidiana.com | Fondazione Orizzonti D’arte, Chiusi
con il sostegno di Regione Emilia Romagna
Intenderemo con il termine follia la filosofia di un sentire esasperato. Un palpito spaventoso. La tentazione di violare le norme sociali è un impulso che tutti sentiamo.
Tutto può nascere da una mancanza di adattamento o da un ambito menzognero.
Essere un pericolo per se stessi è situazione intollerabile.
La follia ci abita senza aver pattuito il contratto, il canone di locazione. Ci sono deliri religiosi che la scienza definisce malattia mentale, ma la fede non li definisce tali.
Il folle è un angelo che bisticcia con la morale, con Dio.
Le sue visioni mistiche, i suoi afflati umanitari, i desideri di bontà, di amore o di odio universali scalano la sua barriera interiore mentre essa stessa, nello stesso tempo, va in frantumi.
Se gli stati psichici alterati generano insopportabile sofferenza, che fare, a chi appellarci?
Si rischia di vivere senza conoscere la follia.
Questo il punto di partenza del nostro progetto.
I nostri lavori sono sempre stati fin qui attraversati dall’esplorazione del pensiero divergente, come possibilità altra di lettura del presente ma anche e soprattutto del passato e di ciò che oggi siamo. Del perché ancora oggi siamo.
Qui vogliamo approfondire e sprofondare, senza un eccessivo sforzo di sdoppiamento, nel magma del pensiero indisciplinato, sconsiderato, imprudente, non simulando ma calandoci nel pianeta virtuale delle possibilità, tracciando un percorso a riempire – svuotando quel senso illusorio di chi ragionevolmente vive e pianifica – di altri significati e connessioni lo spazio della nostra esistenza.
Non fingersi folli ma sentire e osservare, dire, mettersi in relazione con l’altro senza codici e negoziazioni, lasciando al corpo il godimento di espressioni infantili, animalesche, di bellezza ruvida e ridicola.
Non elogio della follia ma dedizione al distacco, astrazione dall’ipocrisia, metamorfosi cerebrale, evoluzione della fattispecie.
La follia è regressione se respinta, risorsa se interpretata.
Ma quanto ancora ci occorrerà per accoglierla e comprenderla?
Attraverso quale nuovo linguaggio una convivenza si renderà possibile?
Il folle vede così bene che è accecato dalla menzogna e illuminato dalle possibilità.